trovare foto e video con il digital asset management Molte aziende gestiscono quotidianamente decine di foto e video che adoperano per la comunicazione interna ed esterna. Non è sempre facile trovare immediatamente i contenuti di cui si ha bisogno, spesso salvati frettolosamente su un singolo dispositivo e senza sufficienti indizi per essere recuperati.

Per chi fa uso di tanti contenuti multimediali, l’esigenza di adottare un metodo nell’archiviazione e nell’organizzazione dei file è concreta. E’ vero, costa fatica rinominare i file e descriverli adeguatamente ma è tutt’altro che tempo perso. Si tratta infatti di porre le basi per un duraturo guadagno di tempo nonché di trasformazione di semplici file in risorse digitali. Grazie ad una corretta strategia di gestione dei metadati, foto e video possono essere reperite facilmente e riutilizzate. E’ questo che dà valore al materiale multimediale. Cosa farsene di ottimi contenuti se non possono essere trovati? E’ come se non esistessero.

Come definire il miglior algoritmo di ricerca

Per valorizzare foto e video è essenziale che le stesse possano essere trovate velocemente e riutilizzate. Due sono gli elementi principali per realizzare quest’obiettivo:

  • utilizzare una piattaforma centralizzata per la gestione dell’asset digitale
  • definire un algoritmo di ricerca funzionale alle esigenze aziendali

Il motore di ricerca è il cuore pulsante del software di Digital Asset Management e restituisce i risultati in base all’algoritmo di ricerca implementato.

Con MomaPIX DAM l’algoritmo viene concordato con il cliente tenendo conto della tipologia di archivio da trattare (cataloghi prodotto, creative, editorial, foto istituzionali ecc.), della quantità e qualità dei metadati associati alle immagini e degli strumenti che la tecnologia mette a disposizione. Il keywording ed il mantenimento di un eventuale thesaurus da parte del cliente sono pertanto elementi cruciali affinché si possa ottenere un buon risultato.

Tuttavia, anche svolgendo al meglio queste attività e potendo disporre della migliore tecnologia, non esiste l’algoritmo ottimale per qualsiasi tipo di ricerca; è necessario trovare la giusta combinazione per raggiungere il miglior compromesso.

Criteri di funzionamento del motore di ricerca nel DAM

Di base, un algoritmo di ricerca prende in considerazione uno o la combinazione di più di uno tra i seguenti elementi:

  • Rilevanza - vengono mostrate per prime le foto in cui le chiavi di ricerca inserite dall’utente sono più rilevanti nell’ambito dei metadati con cui le foto sono descritte. Si mostrano tra i primi risultati le immagini che, ad esempio, hanno come unica parola chiave quella cercata dal cliente piuttosto che le immagini che contengono più parole chiave oltre a quella ricercata. Più accurata è la compilazione dei metadati, maggiori informazioni saranno disponibili per la ricerca delle immagini e conseguentemente migliori saranno i risultati della ricerca.
  • Data - si può fare in modo che le foto con data più recente vengano mostrate per prime rispetto alle altre o viceversa.

Nell’ambito dei risultati ottenuti con questi criteri, si può poi fare leva su altri strumenti per cambiare il ranking assegnato in prima istanza ai contenuti dall’algoritmo e con ciò fare in modo che l’ordine di apparizione a schermo sia diverso da quello calcolato inizialmente.

Di seguito l’elenco degli ulteriori elementi che possono entrare in gioco:

  • Operatori booleani - gli operatori logici AND, OR, NOT permettono di combinare in vario modo più parole nella stessa ricerca. Con AND si cercano le immagini in cui le parole chiave digitate dall’utente devono essere tutte contenute all’interno dei metadati; con OR deve essere presente almeno una delle parole ricercate (ma anche tutte); con NOT si escludono le immagini che contengono la parola chiave specificata.

  • Sinonimi (wordform): un dizionario di sinonimi grazie al quale il software è in grado di espandere la ricerca (ad es. digitando happy mood - la ricerca può essere estesa automaticamente anche a good mood in quanto le due combinazioni si ritengono simili). Spetta al cliente fornire un thesaurus adeguato alle parole chiave che descrivono il proprio patrimonio di immagini.

I sinonimi, a differenza degli equivalent (vedi sotto) estendono la ricerca bidirezionalmente. Ovvero cercando makeup o make up si ottengono gli stessi risultati.

  • Equivalent: consente di estendere le ricerche a parole equivalenti. Ovvero, se ad esempio cerchi la parola Genitore, puoi anche estendere la ricerca a tutte le immagini che nei metadati contengono Padre, Madre, Papà o Mamma.

A differenza dei sinonimi l’estensione della ricerca in questo caso non è bidirezionale. Ovvero, se cerco “Padre”, la ricerca non viene estesa a tutte le foto che nei metadati contengono anche la parola Genitore che comprenderebbe anche le madri.

  • Stopwords: parole che non aggiungono significati ai contenuti, come gli articoli, le preposizioni e le congiunzioni. Può essere conveniente che tali parole non siano considerate dal motore di ricerca affinché l’algoritmo risulti più efficiente.

  • Stemming: processo di riduzione di una parola alla sua radice al fine di espandere i risultati di una ricerca (es. Walk - walking - walked). In pratica, il motore può considerare o meno nella ricerca tutte le declinazioni di una parola a partire dalla sua radice, incluse le forme maschile/femminile, singolare/plurale.

  • Ranking: si può decidere di assegnare alle immagini un particolare punteggio, una valutazione di qualità, in modo tale che le immagini con una valutazione più alta, a parità di altre condizioni, siano presentate prima delle altre o comunque in una posizione più alta rispetto a quella normalmente restituita dal motore di ricerca.

  • Proximity ranking: applica l’operatore logico booleano AND tra due parole ma nel mostrare i risultati dà maggior rilievo alle immagini in cui le due parole, oltre ad essere entrambe presenti nei metadati, sono una vicino all’altra (es. se si cerca “single woman” mostrerà per prime le immagini che nei metadati contengono le due parole single e woman consecutive piuttosto che quelle che le contengono entrambe ma non vicine)

  • Shuffle: permette di rimescolare i risultati restituiti dal motore di ricerca prima di mostrarli all’utente. L’utilizzo di questo algoritmo risulta particolarmente utile nei contesti in cui l’archivio contiene tante sequenze di scatti appartenenti allo stesso servizio con metadati uniformi. Applicando il normale criterio di ricerca per rilevanza, alle immagini verrebbe assegnato lo stesso ranking e pertanto verrebbero mostrate tutte consecutivamente. Volendo evitare che ciò accada, si può decidere di applicare a tutte le ricerche l’algoritmo di Shuffle che provvede a mescolarle con immagini di altri servizi prima di mostrarle a schermo all’utente.

Albero di navigazione e filtri dinamici per facilitare la ricerca

Un keywording puntuale, combinato con uno o più degli elementi elencati nel paragrafo precedente, incidono in modo determinante sulla qualità del risultato ottenibile e, conseguentemente, sulla qualità dell’esperienza di ricerca dei propri utenti in archivio.

Ma cos’altro può migliorare la user-experience nella ricerca? Un ruolo importante è svolto dalla definizione dell’albero di navigazione (che include i vari livelli di categorie) e dai filtri di ricerca dinamici.

MomaPIX DAM prevede un uso estensivo e multifunzionale dei filtri. Per i singoli file caricati in archivio, al di là delle parole chiave e dei metadati in generale, è possibile definire degli attributi, ovvero dei campi speciali che possono assumere un set limitato di valori ed essere mostrati come filtri dinamici che consentiranno all'utente di restringere ulteriormente la ricerca. Ad esempio, se si parla di un catalogo di tavoli, la forma può essere definita come attributo e quindi mostrata come filtro all'interno dei risultati di ricerca. I filtri sono dinamici in quanto, a fonte di una ricerca, vengono mostrati solamente gli attributi che presentano dei risultati con il relativo numero di occorrenze.

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